Fablab Valle Sabbia

Gestione del laboratorio di fabbricazione digitale e manuale a Villanuova sul Clisi (BS)

Quando è nata Kakapolab, da subito abbiamo sentito il bisogno di avere uno spazio creativo in cui sviluppare e dar forma ai nostri prototipi e dove far nascere nuove connessioni e progetti e lo desideravamo aperto alla comunità, fortemente legato al territorio. Siamo partiti dal desiderio di trasformare una vecchia cascina in un laboratorio e mentre cercavamo i mezzi e le idee per cominciare questo viaggio, il caso ha sconvolto tutte le carte. La serendipità mi sorprende sempre e anche in questo caso sono rimasta a bocca spalancata: si è presentata l’occasione di gestire il FabLab della Valle Sabbia, un piccolo fablab nato da un bando regionale, per volere di molte realtà valsabbine con capofila Comunità Montana, che hanno acquistato le prime attrezzature, e dal comune di Villanuova sul Clisi che ha messo a disposizione il locale.

Durante il 2017 il fablab si trovava in una stanza vicino alla biblioteca di Villanuova sul Clisi e ospitava due stampanti 3D, qualche kit arduino, un banco da lavoro con attrezzi manuali e un tavolo per la progettazione e lo scambio di idee. Diciamo che c’era proprio l’indispensabile! :D

Ma la nostra idea di fablab era molto più ampia, volevamo uno spazio in cui chiunque potesse creare a seconda dei propri interessi, grazie agli attrezzi messi a disposizione, un punto d’incontro tra le nuove e le vecchie tecnologie in cui moderni uomini Faber potessero esprimere il proprio potenziale. E quindi abbiamo chiesto uno spazio più grande, che ci è stato concesso!

Abbiamo lavorato sodo per preparare il nuovo spazio: l’area dedicata alle stampanti 3D, quella per i corsi e le presentazioni, una postazione per l’elettronica, un’area dedicata alla trasformazione del legno con attrezzi manuali ed elettrici, un taglio laser, una fresa CNC e tante altre attrezzature per dare forma alle proprie idee, anche con carta, colori e tessuti.

Essere il primo fablab della Valle Sabbia è per noi una gioia e una sfida, significa essere parte del cambiamento di questo territorio, dare una nuova possibilità a chi lo vive, grazie all’accesso a nuove tecnologie, ma anche fare da ponte con la tradizione, recuperando il saper fare artigiano di questa valle.

Ma non solo. L’energia che si sprigiona grazie all’incontro tra makers, creativi, innovatori, artisti, ricercatori e curiosi rende il fablab lo spazio ideale in cui conoscere nuove persone e creare nuovi legami. E tutto questo groviglio di novità chissà quante serendipiche possibilità porterà con sé!

Per saperne di più visita il sito web del FabLab Valle Sabbia

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Colendo

Colendo è condivisione.

Risponde e mette in rete delle esigenze.
Quali? Senti il bisogno di mettere le mani nella terra ma non hai un terreno? Vuoi coltivare e vedere crescere ciò che semini? Ami sperimentare, fallire, ritentare e alla fine riuscire? O ti rattrista vedere il tuo giardino vuoto e vorresti poter far qualcosa ma non ne hai il tempo, la forza o perché no, la voglia di farlo da solo? Oppure ti dispiace che le tue conoscenze, la tua esperienza non possa venire tramandata, ascoltata e ti piacerebbe insegnarla agli altri?

Metti in rete il tuo terreno, la tua conoscenza o la tua voglia di fare.

Colendo è un’occasione per conoscersi, condividere le esperienze ed imparare a coltivare la terra e le relazioni. Colendo usa la tecnologia per facilitare la condivisione, ma crede nell’importanza del rapporto diretto tra le persone, per coltivare nuovi rapporti d’amicizia e strappare i terreni dall’abbandono e dall’incuria.

Colendo è coltivare. Colendo è abitare. Colendo è onorare. Colendo è condivisione.

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120 grammi

Scaffale con tubi di cartone riciclati

120 grammi è la grammatura della carta utilizzata (se si vuole fare un po’ i fighetti) in molti studi di architettura.

Il rotolo che sostiene la carta era visto, fino a poco tempo fa (b.S. = before Shigeru Ban), come un rifiuto e molti ancora lo vedono così, tanto che la reperibilità di questi rotoli è agevole e il suo formato standard, unito alla resistenza meccanica, lo rende un giocattolo per designer e architetti.
120 grammi nasce dalla volontà, e dall’esigenza, di creare un supporto essenziale che sia adattabile alle diverse stanze di una casa. Il suo punto di forza è il basso costo, la facile reperibilità degli elementi che lo compongono e la facilità di realizzazione.

Sono stati utilizzati tre componenti fondamentali:
Tubo carta plotter (a prescindere dalla grammatura di carta che sostiene il rotolo è di diametro standard)
Barra filettata (sostituibile con elastici a fascia larga)
Dadi e rondelle

Tutto il resto è Design.

Vuoi costruire la tua 120 grammi?

Scarica il progetto open source. Buon divertimento!

Scarica il pdf | Scarica il dwg


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KakapoH!

Casetta per uccelli

Anche se il Kakapo non esce mai dalla Nuova Zelanda, per il progetto della sua casa ha voluto guardarsi intorno rimanendo affascinato da una frase del suo vecchio amico e storico Daniel Borstin:
“Mentre gli architetti occidentali combattono gli elementi della natura, i giapponesi, ammirando il loro potere, hanno cercato il modo di utilizzare il loro fascino”.
Questo pensiero rispecchia il modo di vivere del Kakapo ed è alla base del progetto di KakapoH!.
Peccato che il Kakapo non abbia fatto i conti con la sua stazza, troppo grande per la casetta che ha progettato. Ma il Kakapo è un pappagallo generoso e quindi ha subito pensato di regalarla ai suoi amici passerotti per i quali KakapoH! calza a pennello.
KakapoH! prende ispirazione dalla case tradizionali giapponesi della Prefettura di Gifu. Il suo elemento base ne ricorda la forma particolare e può adattarsi per accogliere funzioni diverse: da nido sicuro per la riproduzione a mangiatoia ed abbeveratoio per le stagioni calde.
La filosofia che sta alla base del progetto è quella dell’autocostruzione, con un progetto semplice ed essenziale che sia alla portata anche dei neofiti. Si è previsto l’utilizzo di un legno facilmente reperibile in commercio ed economico come il multistrato di pioppo dello spessore di 10mm, un legno facilmente lavorabile e di essenza chiara.
I tagli per gli incastri sono minimi e semplici ed è possibile eseguirli con un seghetto manuale o elettrico (un seghetto manuale garantisce più precisione nel taglio), le altre giunzioni sono state effettuate con l’utilizzo di colle siliconiche o viti in acciaio inox. KakapoH! è verniciata con uno strato protettivo ed impermeabilizzante di olio di Lino.

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Kakabolario

Le parole sono importanti (cit.)

Un viaggio per esplorare l’etimologia delle parole e per tornare a comprenderle nel loro significato più intrinseco, affinché l’uso e l’abuso non ne esaurisca la forza e ne confonda il senso.

Coltivare l’amore per le parole

Questo testo è tratto da un intervento di Massimo Angelini durante la manifestazione Festival Agriculturale che si è tenuto presso la Cascina Ospitale di Rezzato (BS) a maggio 2016.

Cultura deriva da colere, parola latina che significa coltivare. Non solo coltivare la terra, ma anche i luoghi e i rapporti umani: per questo colere è legato anche ad abitare ed onorare.
Nello specifico, come molte parole che terminano in -uro ed -ura, cultura è il participio futuro di colere, un tempo verbale latino che indica un’azione che deve ancora compiersi, ma che già ha origine nel presente. Consideriamo ad esempio la parola morituro: tutti dovremo morire, ma morituro è solo colui che è in procinto di morire e che porta i segni dell’imminente destino. Allo stesso modo cultura è ciò che sta per germinare, i cui semi sono già stati gettati. Culto, al contrario, è un participio passato, ha a che vedere con ciò che è stato: persone e luoghi che si sono distinti in passato, sono oggi considerati degni di venerazionee di onore.

Agricoltura vs Agriusura
La parola agricoltura deriva dall’unione di AGRI campo e COLTUS da colere e indica l’arte di coltivare i campi. Come la parola cultura, è legata al futuro: prendersi cura della terra oggi, per averne dei frutti domani e per difendere e preservare il territorio per un futuro ancora più lontano. Per questo non è da considerarsi agricoltura quella pratica che sfrutta la terra fino a consumarla, favorendo l’avanzata dei deserti e consegnando alle generazioni future un territorio più povero di quello che ci è stato consegnato dai nostri genitori; possiamo definire più propriamente questa pratica come agriusura.

Biodiversità
Biodiversità è una parola che va di moda, ma indica un principio proprio dei sistemi naturali e delle pratiche umane da tempi remoti. Le piccole comunità contadine da sempre coltivano piante differenti per una questione di sopravvivenza: a seconda delle condizioni climatiche, ogni anno verranno avvantaggiate alcune specie a discapito di altre, ma sarà garantita la produzione e la sussistenza. Pensiamo invece alle monoculture, ettari di campi coltivati con la stessa pianta, di una sola specie; in caso questa si ammalasse, i danni sarebbero enormi. Un episodio accaduto in Irlanda nell’Ottocento lo testimonia: in tutto il paese era coltivata una particolare specie di patata; durante l’anno in cui questa fu attaccata da una malattia, l’intera produzione fu compromessa, moltissimi furono i morti e altrettanti gli abitanti costretti a migrare. Coltivare più specie ed effettuare le rotazioni permette quindi non solo di preservare meglio le qualità del terreno ma anche di salvaguardare la biodiversità.

Diversità o differenza?
La parola biodiversità contiene un vizio di forma: è composta dalla parola BIO vita e da DIVERSUS che significa volto altrove, opposto, contrario; indica dunque un allontanamento. Sarebbe più corretto parlare di differenza, da DIFFERRE separare l’uno dall’altro, allontanare, diversificare. Se diverso presuppone un cambio di rotta, differente implica un confronto con l’altro ed è dunque un termine più corretto, poiché in natura tutto è reciprocamente collegato e correlato, ogni elemento vive in relazione con gli altri.

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Sistema Cromosoma

Cromosoma è un sistema modulare presentato al concorso Trentino Design 3.0

Cromosoma è un sistema modulare in cui tutte le parti sono collegate da una barra d’alluminio a forma di X. Come i cromosomi sono basi di un DNA che è diverso in ogni uomo, così il cuore del nostro progetto, l’elemento di giunzione X, è la base per costruire tavoli, panche, mensole, librerie e letti, oltre che segno forte e caratterizzante del design di questi elementi.

L’idea da cui nasce il progetto è la creazione di un sistema che accompagni la vita del possessore, elementi che possano essere mischiati e riutilizzati nell’arco della propria vita, oggetti dal design neutro, che possano essere usati in tutte le stanze della casa, costruiti con materiali che parlino della terra nella quale vengono prodotti: il legno e il loden.

La scelta del legno, del colore del loden e dell’alluminio delle giunzioni permettono grande personalizzazione dell’arredamento, pur rimanendo fedele alla forma e alla modularità del sistema ideato.

Uso: una volta scelto il modulo che si vuole costruire, il montaggio è molto semplice senza l’utilizzo di utensili; l’elemento di giunzione a X connette gli elementi verticali e orizzontali tra loro, scorrendo in una scanalatura del ripiano e viene fermato, nello scorrimento orizzontale, da appositi perni in metallo.

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